Bonus di 600 euro BONUS DI 600 EURO PER I LAVORATORI AUTONOMI

Non voglio essere polemico, ma non vi pare che questa sia una delle ennesime prese in giro del Governo?

Si beano di aver regalato un bonus di 600 euro alle partite IVA quando questi poveretti ne pagano almeno 320 senza accorgersene e tutti insieme ne pagano 2.400.

Bonus di 600 euro, ecco come funziona – Ecco i conti.

Il Governo Conte in questa crisi da coronavirus dilagante specula sulla sensibilità degli italiani per fini unicamente demagogici e propagandistici.

Su Internet si leggono commenti di plauso  alla legge che non hanno nessun senso con indicazioni di castronerie esagerate, sovente nemmeno firmati e scritti da qualche imbecille che non ha capito nulla. Potrei elencarne almeno 10…

Voglio analizzare la norma e la portata della stessa sotto i vari aspetti. Ecco la norma:

(Indennità lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago) 

  1. Ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad esclusione della Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro. L’indennità di cui al presente articolo non concorre alla formazione del reddito ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
  2. L’indennità di cui al presente articolo è erogata dall’INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 2.160 milioni di euro per l’anno 2020. L’INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attività al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non sono adottati altri provvedimenti concessori.
  3. Alla copertura degli oneri previsti dal presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 126.

 

In primo luogo mi permetto di criticare l’utilizzo della frase “gestioni speciali dell’Ago”, sembrerebbe un’associazione di sarti, ma invece è una definizione che troviamo sul portale dell’INPS ed è l’acronimo di Assicurazione generale obbligatoria. L’Assicurazione generale obbligatoria venne istituita con Regio Decreto Legge 14 Aprile 1939 n. 636 emanato nientepopodimeno che da VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA ED IMPERATORE D’ETIOPIA. In allora nessuno si sarebbe mai immaginato che questa istituzione si sarebbe potuta chiamare in seguito dai “pseudo moderni legislatori” “Ago”!  Sono gli stessi che scrivono “xché”, “ASAP”, etc. ed ora fanno i legislatori!

A parte questa considerazione, per me doverosa, vediamo chi sarebbero gli iscritti all’Ago.

Secondo il portale dell’INPS, che a mio modesto avviso non è fonte normativa, ma solo fonte di gravi disservizi, troviamo che sono incluse (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti FPLD e gestioni speciali dei lavoratori autonomi: artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni), agli iscritti alla Gestione Separata e ai lavoratori iscritti ai fondi pensione esclusivi e sostituivi dell’AGO.

Pensate che sul sito istituzionale si sono pure dimenticati di chiudere la parentesi ed è un sito istituzionale!

Sono finiti i tempi in cui le leggi venivano corrette da letterati! Oggi vengono pubblicate su Facebook prima che sulla Gazzetta Ufficiale!

Nella norma viene usato impropriamente il termine lavoratori autonomi. Per le mie reminiscenze dello studio del diritto privato, il nostro Codice Civile parla di “Lavoro Autonomo” nel titolo III. In questo titolo sono compresi i contratti d’opera L’articolo 2222 recita “Quando una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV.

Del lavoro autonomo tratta anche correttamente il Testo unico delle Imposte Dirette quando definisce i redditi di lavoro autonomo. “Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall’esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorche’ non esclusiva, di attivita’ di lavoro autonomo diverse da quelle considerate nel capo VI, compreso l’esercizio in forma associata di cui alla lettera c) del comma 3 dell’articolo 5.”

Una domanda mi sorge spontanea. E’ possibile che, senza fare nomi, un Avvocato, Professore ordinario di diritto privato docente presso l’Università degli Studi di Firenze e docente presso la Luiss di Roma, Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano possa scrivere o  comunque firmare castronerie di tal portata?

Se io avessi detto una “tal boiata” ad un mio professore, ad un esame di altri tempi, mi avrebbe cacciato senza possibilità d’appello.

Comunque sia, si parla di lavoratori autonomi ed in questa categoria sottolineo non dovrebbero essere ricompresi gli imprenditori che, per quanto piccoli siano, sono iscritti al Registro delle Imprese. Comprendo, con molte difficoltà, che si dovrebbe trattare degli autonomi non iscritti ad altra cassa previdenziale (quindi eliminiamo gli avvocati, i commercialisti, i consulenti del lavoro, gli infermieri, gli psicologi, etc.), ma dobbiamo comprendere gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti i mezzadri ed i coloni, i collaboratori occasionali, i non iscritti in albi professionali.

Questa è la certezza del diritto che esiste in Italia! O forse si voleva intendere “la certezza del dritto” figura in Italia molto diffusa? Di leggi inItalia ce ne sono moltissime ma credo che di “dritti” ve ne siano di più!

Comunque sia, da un punto di vista soggettivo non si tratta di tutte le partite IVA, come viene strombazzato da alcuni, ma di una fetta ed anche piccola!.

L’indennità per il mese di marzo e fissata con un bonus di 600 euro!

Ecco la presa in giro:

Quanto si paga di contributi per ricevere un bonus di 600 euro

Analizziamo qualche categoria, ad esempio il commerciante e l’artigiano:

Questo poveretto è obbligato a chiudere l’azienda, se ha dipendenti deve continuare a pagarli salvo metterli in cassa integrazione, sembra solo fin che ci saranno i fondi e soprattutto continua a pagare all’INPS ed all’INAIL se artigiano, i suoi contributi personali. Vediamo a quanto ammontano i contributi per il mese di marzo dovuti alla sola INPS.

Un commerciante paga un contributo minimo del 24,09 per cento del suo reddito, un artigiano il 24% oltre l’INAIL. Mensilmente Questi soggetti, se hanno redditi inferiori a 15.953,00 euro lordi annui pagano quindi (salvo riduzioni per regimi forfettari od altro) euro 320,88 di contributi INPS come minimo! Magari hanno un figlio od una moglie coadiuvante e ne pagano altrettanti per ciascuno. L’indennità ovviamente spetta solo a lui! Non ai coadiuvanti!

Se il poveretto svolge l’attività come socio di una società di persone o di capitali, pur continuando a pagare i 320 euro/mese non gli spetta nulla! Al coadiuvante non spetta nulla!

Se guadagnasse di più, esempio 30.000 euro sempre lordi (circa 18.000 euro netti, che non sono nemmeno 1.500 euro al mese pagherebbe esattamente 600,00 euro al mese di contributi! La stessa cifra che lo Stato ti “dona” come indennità! Certo che se avessero detto non pagate i contributi per un mese il loro gettito sarebbe calato troppo!

Quindi lo Stato da una mano ti darebbe un bonus di 600 euro e con l’altra te li riprende con gli interessi!

Ecco la presa in giro del Governo! Credono di far concorrenza al bonus Renzi, altra boiata paurosa, di 80 euro per i dipendenti con 600 euro per le partite IVA.

Questo è il premio per chi lavora. Chi non fa nulla riceve un reddito di cittadinanza di 780 euro altrimenti rientrerebbe nella categoria dei “poveri”!

Quanto è la spesa e quanto ritorna allo Stato

Altra cosa ridicola è l’affermare “nel limite di spesa complessivo di 2.160 milioni di euro per l’anno 2020”.

I numeri delle partite IVA sono:

Partite IVA circa 8.200.000, quelle attive circa 5.300.000 di cui 3.300.000 partite IVA senza dipendenti

quelli che rientrano nel beneficio saranno circa 2.000.000. 2.000.000 per 600 euro sono esattamente 1.200 milioni di euro che verranno erogati come indennità.

I “lavoratori autonomi” che pagheranno i contributi INPS, comprendendo i soci di società di persone e di società di capitali, i coadiuvanti, i collaboratori occasionali  e tutti quelli che pagano contributi all’INPS saranno però almeno 8.300.000 con una media di 500 euro pro capite ovvero 500×8.300.000= 4.150 milioni di euro.

Insomma  il nostro governo ha “regalato” come indennità 1.200 milioni di euro nel mese di marzo quando incasserà 4.150 milioni di euro.

Così ha inventato una nuova promozione: Paghi 4 e prendi 1!

La cosa brutta è che qualcuno plaude all’intervento!!!

Un dato che può interessare tutti: le entrate tributarie del solo mese di gennaio 2020 sono state pari a 37.687 milioni di euro.

Ecco perché tutto ciò mi sembra una demagogica presa in giro da parte dei nostri governanti che non servirà assolutamente a nulla! Il più fortunato, ancora una volta prenderà un bonus di 600 euro, con chissà quali difficoltà per richiederlo e ne pagherà almeno 300!

Nonostante tutto viva la nostra Italia! Ce la faremo nonostante tutti questi aiuti!